giovedì 4 ottobre 2012

Aggiornamenti da Castelnuovo Scrivia


Avevamo lasciato i lavoratori e le lavoratrici immigrati di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, nelle fasi concitate di un presidio ad oltranza. Avevano osato alzare la testa, denunciare lo sfruttamento subito lavorando per 12/14 ore al giorno agli ordini, con marcati accenti razzisti di un padrone che pensava di poter fare di loro ciò che voleva. Li avevamo lasciati determinati e pronti a lottare, stufi di non essere neanche retribuiti, di sentirsi merce di cui poter fare a meno in qualsiasi momento. Sarà un vecchio slogan ma “la lotta paga”. Sono stati in gamba questi lavoratori, supportati dal sindacato e da poche forze politiche, ma il rischio lo hanno corso loro e forse questa storia sta avendo un peso superiore alle aspettative. Dei 40 lavoratori 12 erano irregolari, da espellere magari, invece si è riusciti ad applicare le nuove norme. Il titolare dell’azienda è stato accusato di riduzione in schiavitù e per i dodici è scattato immediatamente il permesso di soggiorno per motivi giudiziari. Ci sarà un tribunale che dovrà esprimersi e ad indagare su questa vicenda, come già detto è il Procuratore di Torino Raffaele Guariniello. Nel frattempo è in piedi la vertenza e il tentativo di trovare una soluzione per i lavoratori licenziati. L’’azienda Lazzaro dovrebbe erogare loro una somma che sembra non voler versare, forse si giungerà ad una transazione. Dipenderà molto dal ruolo che intenderanno giocare i tanti attori in campo. La provincia ha serie difficoltà a garantire fondi e per i lavoratori, che già stanno iniziando un percorso di ricollocamento, occorrerà una disponibilità delle aziende a corrispondere anche anticipatamente i salari. Sarebbe un buon segnale. Surreale la situazione di un’altra dozzina di lavoratori che ufficialmente lavorano ancora per Lazzaro. Soltanto due di questi risultano effettivamente impiegati in mansioni. E gli altri dieci? Saranno egualmente retribuiti? Anche su questo sarà necessario indagare.
La vicenda di Calstelnuovo ha innescato un meccanismo estremamente interessante e virtuoso. Allo sportello legale aperto per iniziativa dei vari soggetti che hanno sostenuto i lavoratori stanno pervenendo tantissime segnalazioni e denunce da varie aziende della zona. Così tante da non potere essere tutte prese in carico dallo sportello, che è attivo un solo giorno a settimana. Sta emergendo un mondo di lavoro sommerso, di sfruttamento strutturale, di totale riluttanza a rispettare i più elementari diritti dei lavoratori. Vicende personali che diventano denunce, esposti, racconto di una realtà misconosciuta su cui è necessario intervenire radicalmente. Il Nord ricco, laborioso, onesto e galantuomo, ha evidentemente anche un altro volto, crudele e misero.
Stefano Galieni

Foto di Ahmed Osman

Fonte: corriereimmigrazione.it